Tradizioni dal mondo

Royal Ascot: eleganza linguistica e tradizione inossidabile

Ogni anno, nel mese di giugno, l’ippodromo di Ascot, una cittadina inglese del Berkshire, diventa il palcoscenico di uno degli eventi più prestigiosi e caratteristici del calendario ippico mondiale: Royal Ascot. Questa celebrazione annuale non è solo un’occasione per appassionati di corse e scommesse, ma rappresenta anche un pilastro della cultura britannica, ricco di tradizione, eleganza e stile. Dalla prima manifestazione dell’evento voluta nel 1711 dalla Regina Anna, ultima sovrana degli Stuart, Royal Ascot ha continuato a evolversi, diventando non solo un appuntamento cruciale nel mondo delle corse di cavalli, ma anche un’opportunità per la famiglia reale britannica e per l’alta società di riunirsi in un ambiente raffinato e prestigioso. L’evento si svolge solitamente a metà del mese di giugno per una settimana, durante la quale l’ippodromo si trasforma in un palcoscenico di moda, gastronomia e intrattenimento di prim’ordine. La Royal Procession, che segna l’inizio di ogni giornata di corse, normalmente intorno alle due del pomeriggio, prevede che la famiglia reale attraversi in carrozza il circuito, accolta dagli applausi del pubblico, il quale è tuttavia tenuto a rispettare un certo decoro e a mostrare rispetto. Probabilmente non serve nemmeno specificare che per assistere alle corse ci sono delle regole d’abbigliamento ben precise da rispettare. Gli uomini devono indossare il morning suit, completo di tight, gilet e cilindro, mentre le donne sfoggiano abiti eleganti e cappelli straordinariamente colorati ed elaborati, che sono diventati un vero e proprio simbolo della manifestazione. Non si tratta solo di una questione di stile, ma soprattutto di una tradizione atta a onorare la storia e la cultura britannica. Il codice d’abbigliamento di Royal Ascot è famoso per la sua rigorosa osservanza e varia a seconda della zona dell’ippodromo di cui si possiede il biglietto, poiché la non conformità può comportare il rifiuto all’ingresso. Anche la gastronomia a Royal Ascot è intrisa di tradizione. Un picnic nel parco, con formaggi e salumi gourmet, dolcetti, champagne, fragole e l’immancabile tè è una delle immagini più emblematiche dell’evento. I ristoranti e le aree ristoro offrono il meglio di una varietà di cucine, dalle specialità britanniche tradizionali a piatti internazionali per accontentare tutti i gusti sempre mantenendo quel tocco di eleganza che riflette l’atmosfera esclusiva dell’evento. Partecipare a Royal Ascot significa quindi immergersi in un mondo dove il passato incontra il presente, rappresentando un’opportunità unica per vivere la cultura britannica nella sua forma più raffinata e affascinante.

Con la sua lunga storia e il suo fascino intrinseco, Royal Ascot ha ispirato anche una serie di modi di dire ed espressioni.

DRESSED TO THE NINES

Quest’espressione significa essere vestiti in modo estremamente elegante e sofisticato, solitamente per un’occasione speciale o formale. Ci sono varie ipotesi sulla sua origine: potrebbe derivare da una frase scozzese già in uso nel XVIII secolo nell’ambiente militare, ma che veniva applicata anche in altri ambiti con il significato di “al massimo livello”; oppure potrebbe provenire dall’abitudine dei sarti britannici dell’800 di utilizzare nove iarde di tessuto per la realizzazione di un abito da uomo.

TO HAVE A FLUTTER

Questa locuzione significa fare una piccola scommessa, più per divertimento che per ricavarne un vero guadagno. Il verbo to flutter in inglese significa svolazzare e nell’uso figurato suggerisce l’idea di rischiare qualcosa con leggerezza o senza un grande impegno, come appunto nel caso di una piccola puntata a una corsa di cavalli o in generale al gioco d’azzardo.

IT’S A LONG SHOT

Letteralmente si potrebbe tradurre “è un tiro lungo” e sembrerebbe derivare dal gergo del tiro a segno, in quanto un tiro effettuato da una lunga distanza ha ovviamente minori possibilità di colpire il bersaglio rispetto a un tiro più ravvicinato. Nell’ambito delle corse dei cavalli, indica un cavallo che ha poche probabilità di vincere una gara. Questi cavalli hanno quote molto alte, il che significa che le persone che scommettono su di loro possono vincere molto denaro se il cavallo vince. In generale, nel linguaggio quotidiano, questa frase viene utilizzata in riferimento a un evento che ha scarse possibilità di accadere.

THE FAVOURITE – THE FRONT RUNNER

Il termine The favourite (Il favorito) viene comunemente usato nell’ambito delle scommesse ippiche per indicare il cavallo con le migliori possibilità di vittoria. Per estensione, può essere utilizzato con lo stesso significato anche nell’ambito di competizioni di altri sport o in ogni altro contesto che implica una gara, come elezioni politiche o festival musicali. Un significato simile viene espresso dal termine The front runner, che si riferisce a un concorrente o un candidato che è in testa o in una posizione di vantaggio in una competizione e ha quindi maggiori probabilità di vincere rispetto agli altri partecipanti. Viene utilizzato anche in altri ambiti per indicare chiunque sia in una posizione di leadership o sia visto come il favorito per raggiungere un obiettivo specifico.

TO BE IN THE RUNNING

Anche l’utilizzo dell’espressione To be in the running (Essere in corsa), che significa avere buone probabilità di vincere una competizione, può essere estesa dal gergo delle gare ippiche a molti altri contesti diversi.

DARK HORSE

Un dark horse (cavallo scuro) è un cavallo sconosciuto, le cui abilità e possibilità di vincita sono quindi difficili da valutare finché non lo si vede all’opera. Come i due modi di dire precedenti, anche questo può essere utilizzato in senso figurato in altri contesti della vita quotidiana.

DOWN TO THE WIRE

Quest’espressione si potrebbe tradurre come “Fino al traguardo“. Nelle corse dei cavalli, ma anche in altri sport, la linea del traguardo viene segnalata da un filo e il primo che la oltrepassa è considerato il vincitore della gara. In senso più ampio, viene utilizzata per descrivere una situazione il cui risultato rimane incerto fino alla fine.

TO STEAL A MARCH

Il significato letterale di questa locuzione è “Rubare una marcia“. Nel contesto delle corse ippiche e delle competizioni sportive, vuol dire ottenere un vantaggio sugli avversari con una partenza rapida o un’astuta mossa strategica. Ha origine in ambito militare, con il senso di muovere le truppe in segreto, coprendo una grande distanza in un tempo relativamente breve, per sorprendere il nemico, acquisendo così un vantaggio strategico. Con il tempo, è entrata nell’uso comune per indicare qualsiasi situazione in cui qualcuno ottiene un vantaggio anticipato o sorprende un concorrente con una mossa strategica.

Voglio concludere con una piccola nota cinematografica: se non l’avete ancora guardato, recuperate il film musicale My fair lady, interpretato da Audrey Hepburn e Rex Harrison, del quale è diventata celeberrima la spassosissima scena che si svolge proprio all’ippodromo di Ascot.

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